Di corsa
25 gennaio 2009
Alle sei di mattina di una domenica d’inverno è buio, fa freddo, gli occhi non si aprono. Spengo la sveglia e chiamo a raccolta tutte le fibre del mio corpo. L’acqua tiepida mi toglie un po’ di sonno, la caffettiera che borbotta mi scuote e mi coccola con l’aroma di caffè, una barretta che sa di cioccolato è la mia colazionein solitudine.
C’è silenzio tutto intorno e, come un cavaliere medievale o un torero prima della lidia, anche io ho la mia vestizione fatta di gesti precisi, come un rituale che si ripete da anni e dà sicurezza: i calzini grigi, i pantaloni neri attillati, la felpa termica. Afferro lo zaino, accarezzo chi rimane ad aspettarmi e mi butto su strade ancora deserte, rischiarate da un’alba indecisa e pigra e circondate da campi, radure e case dormienti.
Arrivo al campo sportivo e vedo già centinaia di piedi scalpitanti che attendono di iscriversi alla solita tapasciata domenicale. Ci osserviamo, noi podisti, ci studiamo a testa bassa e basta uno sguardo per avere tutte le risposte. Che sono le stesse per tutti. Corriamo per stare bene, corriamo per stare insieme, corriamo perché non sappiamo fare altro così bene.
Sono le 6.40 ormai e l’adrenalina è già in circolo. Bevo un po’, accendo la musica e inizio a correre quei ventuno km di sacrificio, sudore, soddisfazione. Le gambe sono intirizzite, il respiro un po’ affannoso, le mani vorrebbero essere su chi è rimasto a casa, ma il sole che sorge e sbrodola i suoi colori nel cielo terso è uno spettacolo che ripaga di ogni momento di dolore, di sfiducia, di ripensamento.
Continuo a correre godendomi ogni singolo tratto di strada: colline, boschi, asfalto. E poi i ristori, i sorrisi della gente, la vita altrui che scorre lenta mentre io vado sempre troppo veloce. E le cascine di una volta, le montagne sullo sfondo, i fontanili ancora intatti, i campanili sempre presenti, i cimiteri così accoglienti. Prendo fiato e vado verso il mio traguardo.
Bellissimo racconto scritto da Federica Caporali. Riportato da questo link ed inserito all'interno dell'e-book Italians-una giornata nel mondo che trovate qui.
6 commenti:
- Alvin ha detto...
-
ma caspita e io che pensavo fossi tornato a correre....UFFA!
- 25 gennaio, 2009 11:17
- Daniele ha detto...
-
E no Alvin, ancora niente corsa.. spero il prossimo w.e., in compenso sono appena tornato da 50 km in bicicletta...
- 25 gennaio, 2009 12:28
- Daniele Uboldi ha detto...
-
Quasi romantico!!! di più se a correre fossi stato tu!
- 25 gennaio, 2009 14:32
- antherun ha detto...
-
Allora i 50 in bici come li hai trovati? vedrai che almeno ti aiuteranno a mantenere la forma! forza Daniele!
ps molto bello e toccante il racconto! - 26 gennaio, 2009 09:22
- Anonimo ha detto...
-
bellissime parole... bellissima la corsa :)
- 26 gennaio, 2009 11:09
- Daniele ha detto...
-
i 50 km sono stati divertenti e direi anche allenanti (li ho fatti a 27 km/ora di media, che, considerando i semafori, i rallentamenti ecc., vuol dire ancora più veloce). Sono arrivato a casa massacrato. Meglio così, è l'unico allenamento settimanale e deve essere duro... :-)
- 26 gennaio, 2009 14:00