Vodafone
28 febbraio 2007Bene, molto bene...
27 febbraio 2007Il Siviglia pareggia, il Real Madrid pareggia e il Valencia pure.
E il Barça vince, ed anche bene: 3 a 0. Con Eto'o in campo dal primo minuto (e segna il terzo gol).
Di nuovo soli in testa alla Liga!
Voip al Ministero
Dal sito di Antonio di Pietro:
"Ho deciso di introdurre al Ministero delle Infrastrutture la modalità di comunicazione voce/dati detta Voip (Voice over IP).
Il Voip, la trasmissione della voce tramite il protocollo Internet, consente di annullare quasi del tutto i costi telefonici e molti operatori lo propongono da anni. Il vantaggio per lo Stato consiste nel taglio radicale dei costi.
Lo stesso cittadino potrà contattare in futuro gli uffici del Ministero via Voip senza pagare il costo della telefonata.
Vi manterrò informati sull’entità del risparmio e sul progetto che, in teoria, potrebbe essere applicato a qualunque amministrazione pubblica."
Finalmente qualcuno che si sveglia e inizia a far risparmiare lo Stato grazie alle nuove tecnologie.
Bruce Springsteen
Si fa difficile...
22 febbraio 2007Barça - Valencia
19 febbraio 2007KO a Valencia
18 febbraio 2007Dopo una settimana di polemiche (Eto'o-Ronaldinho), di dichiarazioni e gesti insensati (Eto'o), di voci di mercato (Rijkaard), di scelte poco felici (Eto'o a casa), arriva la sconfitta di Valencia: 2 a o con reti di Angulo e Silva.
Primo tempo soporifero ma con il Barça in grande controllo della partita (70% di possesso palla in casa del Valencia!).
Secondo tempo con il Valencia che attacca e la difesa del Barcellona che si apre per 2 volte in 3 minuti. E poi è notte fonda.
Appuntamento ora con la Champions League.
Gomorra
Pagine 306-307:
Vicino al bar c'era un gruppo di ragazze, si stavano organizzando per il Ferragosto. Appena videro arrivare il ragazzo di corsa capirono subito, non avevano confuso il rumore di un'automatica con quello dei petardi.
Tutte si sdraiarono con il viso per terra, temendo di essere viste dal killer e quindi poter diventare dei testimoni. Ma una non abbassò lo sguardo. Una di loro continuò a fissare il killer senza abbassare gli occhi, senza schiacciare il suo seno sul catrame o coprirsi il viso con le mani.
Era una maestra d'asilo di trentacinque anni. La donna testimoniò, fece i riconoscimenti, denunciò l'agguato.
Nella molteplicità di motivi per cui poteva tacere, far finta di nulla, tornare a casa e vivere come sempre c'era la paura, il terrore delle intimidazioni e ancor più il senso dell'inutile, far arrestare un killer, uno dei tanti.
E invece la maestra mondragonese trovò nella cianfrusaglia di ragioni per tacere un'unica motivazione, quella della verità. Una verità che ha il sapore della naturalezza, come un gesto solito, normale, ovvio, necessario come il respiro stesso.
Denunciò senza chiedere nulla in cambio. Non pretese stipendi, scorta, non impose il prezzo alla sua parola. Svelò ciò che aveva visto, descrisse il viso del killer, gli zigomi spigolosi, le sopracciglia folte.
Dopo aver sparato lo scooter fuggì per il paese sbagliando strada più volte, infilandosi in vicoli ciechi, tornando indietro. Piuttosto che killer sembravano turisti schizofrenici.
Al processo scaturito dalle testimonianze della maestra venne condannato all'ergastolo Salvatore Cefariello, ventiquattro anni, killer considerato al soldo dei clan ercolanesi.
Il magistrato che ha raccolto la testimonianza della maestra, la definì "una rosa nel deserto" spuntata in una terra dove la verità è sempre la versione dei potenti, dove viene declinata raramente e pronunciata come merce rara da barattare per qualche profitto.
Eppure questa confessione le ha reso la vita difficile, è come se avesse impigliato un filo in un gancio e l'intera sua esistenza si fosse sfilacciata assieme al procedere della sua coraggiosa testimonianza.
Stava per sposarsi ed è stata lasciata, ha perso il lavoro, è stata trasferita in una località protetta con uno stipendio minimo passatole dallo Stato per sopravvivere, una parte della famiglia si è allontanata da lei e una solitudine abissale le è crollata sulle spalle. Una solitudine che esplode violenta nel quotidiano quando si ha voglia di ballare e non si ha nessuno con cui farlo, cellulari che suonano a vuoto e amici che lentamente si diradano sino a non farsi sentire più.
Non è la confessione in se che fa paura, non è l'aver indicato un killer che genera scandalo. Non è così banale la logica d'omertà. Ciò che rende scandaloso il gesto della giovane maestra è stata la scelta di considerare naturale, istintivo, vitale poter testimoniare.
Possedere questa condotta di vita è come credere realmente che la verità possa esistere e questo in una terra dove verità è ciò che ti fa guadagnare e menzogna ciò che ti fa perdere, diviene una scelta inspiegabile.
Così succede che le persone che ti girano vicino si sentono in difficoltà, si sentono scoperte dallo sguardo di chi ha rinunciato alle regole della vita stessa, che loro invece hanno totalmente accettato.
Hanno accettato senza vergogna, perchè tutto sommato così deve andare, perchè è così che è sempre andato, perchè non si può mutare tutto con le proprie forze e quindi è meglio risparmiarle e mettersi in carreggiata e vivere come è concesso di vivere.
Questo è un passaggio di un libro tremendo, crudo, profondo e senza retorica alcuna. Il suo autore, Roberto Saviano, come la maestra di cui parla qua sopra è uno che non ha scelto di vivere come è concesso di vivere. Ha scelto di raccontare e di opporsi alle logiche della sua terra. Onore a chi ha ancora voglia di denunciare ed opporsi.
Il libro è da leggere per capire. Leggetelo.
Lo hai letto? Ti è piaciuto? Commenta!
Esperimento
Max? Maxim? Playboy?
Direte e che roba è questa?
Si, avete capito: un post ingannevole e inutile per attirare ignari visitatori alla ricerca di donne svestite.
E l'esperimento è: che reazione avranno le statistiche?Barcellona: è vero, funziona!
17 febbraio 2007Ho casualmente trovato su un blog un articolo che elogia la città di Barcellona. Non per fare il solito esterofilo, ma quello che c'è scritto è davvero reale. Siamo di fronte ad una città che funziona e dalla quale dovremmo imparare.
Qui sotto l'articolo (tratto da www.onemoreblog.it):
Alla punta della Barceloneta, dove la città diventa spiaggia, dopo cena, una ragazza accompagna fuori il gatto per una passeggiata: cose che capitano, sotto una luna piena che si specchia sul mare (lo so, è un’immagine tremendamente prevedibile, ma è proprio così).
Il cielo è talmente limpido che, nonostante la luna sembri un lampione del Camp Nou, si riesce a vedere perfettamente Orione che si alza e la sua cintura che sale nella volta celeste come una lancetta. Sono imponenti i lavori di sistemazione della spiaggia che si compiono ogni inverno perché il mare, ingordo, se la mangia.
E l’Ajuntament (l’Amministrazione comunale) riporta la sabbia, di una spiaggia che lì non c’era e che ora arriva fino al confine settentrionale della città, e cioè fino a Besós e alle sue aree industriali trasformate per il Forum del 2005.
E mentre la chica (anzi, come si dice in catalano, la noia: che lingua strana…) riporta a casa il gatto e l’Ajuntament riporta la sabbia sulla spiaggia, noi riportiamo alcune considerazioni su Barcellona in forma di omaggio.
Una città semplicemente amministrata molto bene, con il biglietto integrato per i mezzi pubblici (tutti quelli che passano, per intenderci), con le macchine il più possibile lontane dal centro, con i taxi gialli e neri molto numerosi e molto economici, con la possibilità di passeggiare lungo le strade (la "strategia della rambla": pedoni al centro, auto ai margini), con l’alta velocità che arriva entro l'anno da Madrid (per poi proseguire verso Parigi), le infrastrutture che vengono realizzate e non soltanto promesse, i camion della locale Amsa (che si chiama BCNeta, Barcellona città pulita) che passano in continuazione (e che puliscono anche durante il brindisi dell’ultimo dell’anno), l’attenzione quasi ossessiva per il civismo e la partecipazione dei cittadini, la chiusura del traffico di alcune vie del centro per le feste, con la metropolitana che va tutta la notte dell’ultimo dell’anno (e tra qualche mese in tutte le notti di tutto l’anno, proprio così), la riduzione della velocità su alcuni tratti dell’autostrada per combattere lo smog, gli investimenti stranieri (prima città in Europa), il turismo e la cultura (Woody Allen verrà a girare un film all’inizio dell’estate: dopo la Londra di Match Point e Scoop, Barcellona), una vera e propria cultura della bicicletta, le università che richiamano i proprio cervelli fuggiti tempo addietro, gli eventi spettacolari, un laicismo e una straordinaria apertura per gli "stili di vita" che qui sgomentano, l’impegno per la pace. Il tutto negli ultimi anni, dopo la morte di Franco (1975) e le Olimpiadi (1992).
L’elenco rappresenta di per sé una sorta di programma elettorale, anzi di più: un vero progetto di città e di comunità, per Milano e per la Lombardia. Se ci misurassimo davvero con il modello Barcellona capiremmo che le tradizioni si inventano e che si possono cambiare.
E che c’è un’alternativa e un nuovo inizio: un’altra Lombardia, insomma, è molto simile a questa Catalogna. Il mare è l’unica cosa che non possiamo pretendere anche per noi. Tutto il resto sì. Ce lo meritiamo e dobbiamo soltanto rendercene conto.
Pazzia completata
14 febbraio 20073 punti + Messi
11 febbraio 2007
Bene. Molto bene.
Dopo aver corso un rischio con un rigore contro parato da Valdes, il Barça sale in cattedra contro il Racing di Santander. Palo di Iniesta e poi gol su punizione di Ronaldinho.
E dopo ancora Ronaldinho di testa fissa il risultato sul 2 a 0. E poi buone giocate da vero Barcellona: il punteggio poteva essere anche più largo.
Si rivede in campo anche Leo Messi. Una serata quindi dove tutto è andato nel verso giusto.
Due parole anche di basket. Finale della Coppa del Re: Barcellona - Real Madrid 69 a 53. Vamos!!!
Concerti
10 febbraio 2007
Radiohead, Elisa, Bruce Springsteen, Eros Ramazzotti, Coldplay, Renato Zero, Carmen Consoli, Biagio Antonacci, Muse, Pavarotti & Friends, Ligabue, U2...
E' da un po' che ci pensavo: fare un collage con i biglietti dei concerti a cui sono stato. Eccolo. Che bello! E fa bella mostra nella mia camera...
Ode alla Cantantessa
08 febbraio 20071 punto + Eto'o
05 febbraio 2007
Free Hugs Campaign
04 febbraio 2007La campagna "Abbracci Gratis" sta dilagando sul web e nelle città. E che bello quando sono queste le mode che si espandono.
Eccovi qua Abrazos gratis en Barcelona:
20 anni di Erasmus
03 febbraio 2007
Il Progetto Erasmus compie quest'anno 20 anni. Un milione e mezzo di studenti in questi 20 anni hanno preparato la valigia e sono andati in un Paese della UE per fare un'esperienza all'estero. Un'esperienza, aggiungo, straordinaria: il più bello ed indimenticabile periodo della mia vita.
Anch'io infatti ho fatto l'Erasmus. L'ho fatto a Barcellona (chi l'avrebbe mai detto...) ed in fondo anche questo blog è il figlio di quei mesi in terra catalana.
Negli anni sono rimasto legato a tutto ciò che ruotava intorno all'Erasmus. Ho fatto e faccio tuttora (senza però aggiornare più gli interventi) la Guida di Supereva del Progetto Erasmus (http://guide.dada.net/progetto_erasmus). Sarò sempre legato a tutti coloro che, dispersi nel mondo, hanno però saputo creare un'identità collettiva.
Proprio in questi giorni l'Unione Europea ha creato un sito (www.20erasmus.eu) dove gli studenti possono raccontare la propria esperienza, inserendo anche foto e video. E poi ci sarà un bus che percorrerà tutta l'Europa per diffondere il Progetto.
Un giorno di questi scriverò un post sul mio Erasmus a Barcellona e quasi mi verrà da piangere: l'anno prossimo festeggierò i 10 anni dalla mia partenza! E mi sembra ieri che preparavo le valigie...
Tristezza
Torna la morte nel calcio italiano. Torna la guerrriglia folle. Torna il non senso assoluto. Si sprecheranno condanne, indagini sociologiche, articoli su articoli di riflessioni ed approfondimenti.
Ma siamo un Paese in cui nel momento del fatto siamo tutti duri e fermi nelle condanne. Ma poi passano i giorni e ci si dimentica di tutto.
Dopo il derby Roma - Lazio sospeso partì una "dura" reazione: biglietti nominativi e altro. Si diceva: al primo lancio di fumogeni o petardi l'arbitro sospende e chiude la partita. Linea durissima. Quante partite sono state sospese.
Il Paese degli slogan e degli annunci. Questo siamo. Non il Paese dei fatti.
Vediamo ora se proseguiremo nella stessa linea di sempre.
Con molta tristezza: perchè chi ama lo sport non può pensare che andare ad una partita può significare la fine della vita.