Come una bestia feroce
14 luglio 2008La vacanza, il mare, il relax rappresentano sempre un'ottima occasione per riprendere con le buone letture.
L'intenzione iniziale in realtà era quella di finire i due libri che avevo da un po' messo da parte, letti fino più o meno a metà: Firmino di John Savage (sopravvalutato) e Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino (strano, spiazzante, interessante).
Purtroppo non li ritrovo più. Li ho cercati ovunque, spariti. La loro fine più probabile penso sia l'abbandono involontario all'aeroporto di Dublino o Londra o su un aereo. Boh, mi sembra strano. Però io no so dove cavolo siano finiti.
Allora, non potendo finire due storie che avevo già iniziato, ecco che ho cominciato un nuovo libro, che mi attendeva da tempo: Come una bestia feroce di Edward Bunker.
Bunker ha passato più di metà della sua vita adulta in carcere. E' entrato nel penitenziario di San Quintino per la prima volta a 17 anni e ne ha poi passati 18 in cella, in tre periodi successivi. La sua è stata una vera vita criminale, metà passata nella delinquenza e l'altra metà passata a scrivere, facendo la rappresentazione criminale più potente di ogni tempo.
Come una bestia feroce è considerato il miglior libro mai scritto sui bassifondi di Los Angeles e sul crimine (così l'hanno definito, tra gli altri, Ellroy e Ammaniti).
Che dico io? Dico che mi è piaciuto, terribilmente. Crudo, potente, senza alcuna retorica. I dialoghi, la psicologia criminale, le descrizioni. Tutto si vive dal lato di chi ha vissuto da vicino quello che scrive. La parte finale è un crescendo in cui l'animo criminale, la lucida follia di certi momenti delinquenziali sono descritte in maniera tale da entrare nel profondo della mente e del cuore di chi sta compiendo certe gesta.
Sulla copertina del libro c'è scritto: "Ultimo avvertimento: diffidate, non uscirete intatti dal vostro incontro con Max Dembo". Se ne esce intatti, ma un po' scossi. E desiderosi di leggere gli altri libri di Bunker.
"Sebbene il mio corpo fosse esausto, la mente si rifiutava di rinunciare al turbine di pensieri. Più di ogni altra cosa mi concentrai sulla sensazione di essere vivo, sul soffio dell'aria condizionata che mi scivolava sul petto nudo, sul sapore e l'odore del mio sigaro, sulle pulsazioni del mio polso, sul dolore dei miei muscoli stanchi, sull'infinito lavorio del mio stomaco. A un certo punto, desiderando di provare il contatto con un altro essere vivente, accarezzai la spalla di Allison. La vita era preziosa. La vita era tutto ciò che contava. Ma se non la vivevi come volevi, ecco che all'improvviso non importava nulla."
"A essere sinceri, il fatto che avessi ucciso qualcuno non era una sorpresa. Molte volte, nel corso della mia vita, avevo deciso di uccidere, rifiutandomi di pensare al significato del mio gesto o alle sue conseguenze. In un'occasione o due avevo cercato di farlo in un'esplosione di rabbia, ma o non avevo trovato armi disponibili o la vittima era riuscita a cavarsela. L'idea di uccidere non mi aveva mai provocato crisi di coscienza. Il mio sistema di valori veniva dalla jungla del riformatorio e della prigione. Non avevo mai udito nessuno denunciare l'omicidio dal punto di vista morale. Qualcuno giudicava la violenza una cosa poco furba o stupida, però mai sbagliata o malvagia".
2 commenti:
- Associazione ImperiaParla! ha detto...
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Era piaciuto anche a me. Bunker era un grande.
- 14 luglio, 2008 17:06
- Stormy ha detto...
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Il suo primo libro che casualmente ho letto è stato "little boy blue" e mi ha letteralmente stregato, tanto che poi li ho letti tutti.
Grandissimo - 14 luglio, 2008 23:27