Senza parole. Oltre l'immaginazione.

29 novembre 2010
Posted by Daniele

E il Camp Nou canta "Dov'è Mourinho?"


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Due o tre cose

13 novembre 2010
Posted by Daniele


Finalmente un reality davvero imperdibile: (Clicca QUI)

Ed un documentario che avvicina ad un mondo su cui sono forti i pregiudizi: (Clicca QUI)

Ma d'altronde, un po' avevo già visto da vicino. Avevo partecipato a questo: (Clicca QUI)

Per fortuna vediamo ciò che non si doveva vedere: (Clicca QUI)

Ed infine, ci siamo quasi! Finalmente riparte: (Clicca QUI)

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Italian Stars Team: missione compiuta!

16 ottobre 2010
Posted by Daniele


Ed anche l'Olympiastadion è stato conquistato... L'Italian Stars Team si è divertito ed ha volato per le strade di Monaco di Baviera portando a casa un under 4 ore di tutto rispetto.

Sapevo che lui avrebbe saputo raccontare con grande entusiasmo, lo stesso che gli ho visto negli occhi nel giro finale fatto tutti assieme all'interno dello stadio, le emozioni di una bella giornata di sport. E così è stato.

Dopo Vienna, Monaco. E con la forza del gruppo non ci fermeremo certo qui!


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I miei 3 giorni a Londra in 3 minuti

03 ottobre 2010
Posted by Daniele


Lo scorso week end ero a Londra e per la mia quinta volta in quella fantastica città mi sono dedicato soprattutto a percorsi e scorci nuovi.

L'immagine sopra è indicativa: corsa a Regent's Park. Così, dopo Hyde Park, ho aggiunto un altro parco di Londra calpestato dalle mie scarpe da running. Inutile dire che correre lì, a parte il vento freddo pungente, è stato una piccola goduria.

Poi, come già saprete, ho visto per la prima volta una partita di Premier League a questa distanza dal campo:


Atmosfera diversa, canti continui e molta vicinanza, non solo fisica, ai giocatori da parte di tutto lo stadio. Intensi 90 minuti. Ed ho portato bene al West Ham che ha colto la prima vittoria in campionato battendo il Tottenham (ho visto il miglior laterale sinistro al mondo: Bale).

E poi ho girato, girato cogliendo soprattutto spunti nuovi e rivedendo ed assaporando ancora angoli già visti. Ho montato tutto in questo video di 3 minuti. E' tutto qui:


See you soon, London.

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Vigevano Run

18 settembre 2010
Posted by Daniele


Domenica scorsa sono tornato a sorpresa a correre in una competizione ufficiale. Gazzetta Run faceva tappa a Vigevano e complice un circuito in pieno centro storico e la curiosità per una cittadina dove non ero mai stato ho deciso di andare.

Scelta azzeccatissima. La Piazza Ducale di Vigevano è un incanto, un percorso fra le viuzze storiche da ripetere tre volte con incluso passaggio sotto la Strada Coperta del Castello Sforzesco è stato di una rara bellezza. Veramente suggestivo!



Alla gara in sè non avevo molto da chiedere. Ho realizzato subito fin dal via che chi partecipa a queste corse è davvero allenato e va proprio forte. Ciò mi ha portato inconsciamente ad un avvio troppo veloce, su ritmi che ora non ho.

Ho poi cercato di sistemare il motore su un passo costante intorno ai 5 al km. Non sono riuscito ad essere molto sciolto, il percorso era tutto un sali e scendi, nervoso, pieno di curve anche secche, che impediva di prendere un ritmo senza soffrire.

Comunque ho tenuto bene, non sono scoppiato anche se nel finale il caldo ha fatto capolino ed ho chiuso in 48:25 una gara di 9,6 km.


Vorrei tornare a fare una mezza, ma ora come ora non vado oltre i 12 km di autonomia. Che però sono sufficienti per la mia frazione alla Maratona a staffetta di Monaco di Baviera del 10/10/10. Muenchen, l'Italian Stars Team sta arrivando!

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Diciassette buoni motivi

12 settembre 2010
Posted by Daniele

Questo è un post per juventini.

Godiamoci dal sito di Alessandro Del Piero diciassette buoni motivi per festeggiare i diciassette anni in campo con la Juventus.

Un capitano, un mito juventino.

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Cercasi esperto di HTML e CSS

11 settembre 2010
Posted by Daniele



Vorrei tanto rimettere sopra qui il mio header classico. Carico l'immagine nel box dell'intestazione di Blogger (immagine sotto) ma non carica il file.



Boh.. Ho provato un po' a cercare come inserire una stringa nel codice html del template. Ma non ci sono riuscito.

Come alcuni hanno detto, ed anche come io voglio, il blog deve avere una sua intestazione personalizzata e vorrei tanto rimetterla. C'è qualcuno che mi può aiutare?

Allianz Arena & Upton Park

30 agosto 2010
Posted by Daniele


La scorsa settimana mi trovavo a Monaco di Baviera e la sera del venerdì iniziava la Bundesliga con Bayern - Wolfsburg. Che occasione per poter andare a vedere la partita e soprattutto a conoscere da vicino la celebrata Allianz Arena.

Il match era sold out, come quasi sempre mi dicono qui. Ma grazie ad entrature locali riusciamo ad avere due biglietti business ed anche gratis!

Già arrivare allo stadio è uno spettacolo di viabilità (per non dire all'uscita.. migliaia di macchine che filano via in un quarto d'ora senza ingorghi), parcheggi multipiano vicino e in pochi passi sei dentro.

L'estetica dello stadio colpisce davvero, una bomboniera che illuminata è uno spettacolo. E' ancora nuovo e quindi anche i comfort dentro sono perfetti. Sei a ridosso del campo, senza barriere per gli "animali" da stadio come in Italia. Anche il clima interno è caldo e rumoroso e tutti vestiti di rosso (magliette a go go) incitano il Bayern dall'inizio alla fine. Che poi vince nel recupero e quasi viene giù lo stadio.


Non contento ho deciso di farmi un regalo per il mio compleanno (26/9). E' già da un po' che ci pensavo, che avevo voglia di andare a vivere dal vivo una partita della Premier League... E così ho prenotato un bel week end a Londra per il 24-26 settembre. Ho guardato quali partite si giocano a Londra in quella giornata. C'era Arsenal - West B., Fulham - Everton e West Ham - Tottenham.

Avrei voluto andare all'Emirates Stadium, ma i biglietti erano solo in vendita per i members. Poi visto che West Ham - Tonnenham è anche un derby di Londra e che il sito aveva i tickets disponibili in "general sale" ho optato per questa partita.

Pochi click online, scelta del posto, pagamento ed ora ti mandano a casa il biglietto anche senza spese di spedizione.

E' già incredibile la semplicità della prevendita... Basti fare un paragone con il casino nostrano fra tessere, carte di identità e stadi fatiscenti.

A proposito di stadi, faccio un po' come il protagonista di Caos Calmo che ogni tanto si fermava e faceva l'elenco di cose più o meno serie che lo riguardavano. Beh, non sono un grande frequentatore di stadi, però fino ad oggi in qualcuno sono stato:
  • San Siro di Milano
  • Delle Alpi di Torino
  • Olimpico di Torino
  • Franchi di Firenze
  • Tardini di Parma
  • Dall'Ara di Bologna
  • Camp Nou di Barcellona
  • Montjuic di Barcellona
  • Calderon di Madrid
  • Allianz Arena di Monaco

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Aria nuova. Vi piace?

25 agosto 2010

Ho dato una rinfrescata al blog. Secondo me era ora. Lo vedevo lì, immobile, senza nuovi post ed ho deciso di dargli un taglio nuovo.

Magari arriverà anche qualche contenuto. Ho letto diversi libri interessanti di cui vorrei parlare. Ho visto qualche posto nuovo. Ho qualche idea in mente.

Ho quasi abbandonato la corsa, sto correndo pochissimo. Ma vorrei rimettermi un po' in pista.

In attesa di ripartire, ditemi un po' che ne pensate di questo cambiamento grafico...






Spettacolo! Oltre Caressa!

08 luglio 2010
Posted by Daniele

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Odio la corsa

13 giugno 2010
Posted by Daniele


In giornate come queste odio di aver abbracciato questo sport. Un calvario dal primo all'ultimo metro.

Lento, lentissimo. Era da giugno 2008 che non uscivano 13 km così lenti. Ma non è questo il punto. Così sofferti.. Così incapace di andare avanti.


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Così parlò Josè Mourinho

29 maggio 2010
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"Hoy, mañana y siempre con el Barça en el corazon"

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Beh, che dire...

23 maggio 2010
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Mi chiedo

20 maggio 2010
Posted by Daniele

Ma se lo avessero scelto Blanc e Secco, ne sarebbero usciti vivi?

Comunque, adesso purtroppo è lui l'allenatore. Sono super scettico ma forza Gigi!!!

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Per fortuna posso guardare là

16 maggio 2010
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In memoria di un gruppo di caproni

Posted by Daniele


Ultima partita in linea con lo schifo mostrato durante tutto l'anno. 15 sconfitte stagionali in campionato, eguagliata la peggiore Juve della storia (anni 60).

Dato che questo è un diario, metto qua questo post e questa foto in memoria di una squadra che ha disonorato oltre 100 anni di storia bianconera. Dice bene Tuttosport: vergognatevi.

Ora inizia la rivoluzione societaria e di squadra. E se, come sembra, in panchina ci mettono l'ispettore Clouseau (Del Neri) stiamo pur tranquilli che anche l'anno prossimo sarà una bella cagata.

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La fiera delle prime volte

06 maggio 2010
Posted by Daniele


La prima volta di una gara in salita.


La prima volta di una distanza in gara diversa da 10, 21 o 42 km.

La prima volta di una corsa tutta sotto la pioggia.

Ma poi nei giorni successivi anche la prima volta in un pronto soccorso milanese.

E la prima volta di un'attesa interminabile di 7 ore grazie alla fantastica efficienza degli ospedali italiani.

Comunque è bene quel che finisce bene.

L'ultima corsa è stata la gara di domenica scorsa (grafico sotto) ed ora mi fermo per un pochino.

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Cronaca di un crollo annunciato

18 aprile 2010
Posted by Daniele


La botta di entusiasmo e di positività che mi hanno regalato i 20 km da imbucato fatti con Mathias domenica scorsa durante la Maratona di Milano mi avevano dato la spinta per iscrivermi a sorpresa alla Maratonina dei Tre Pontili, spettacolare 21 km lungomare con partenza ed arrivo a Forte dei Marmi.

E stamani quindi con il mio bel pettorale ero lì, a pochi km da dove sono nato e cresciuto, per godermi una bella corsa a due passi dal mare.

Con Mathias ne erano usciti 20 km sotto i 5 di media (con gli ultimi km anche in accelerazione). Ci chiedevamo se il Garmin in mezzo ai palazzi non ci avesse regalato un po' di velocità. Io ero abbastanza sorpreso per come ero andato bene (dopotutto non facevo 20 km sotto i 5 dal 18 ottobre 2009).

Comunque stamani incurante dei dubbi avevo deciso di partire forte tentando di ripetere e migliorare la prestazione di 7 giorni fa.

Pronti, via - dopo un toccante minuto di raccoglimento per le vittime della frana sul treno nel Meranese - e mi ritrovo a ridosso dei palloncini dell'ora e quaranta. Peccato che invece di mollarli subito sto con loro per quasi 3 km. Poi un colpo di lucidità mi dice che il suicidio non è ancora contemplato.

Dopo un paio di km trovo un bel gruppetto di allegri podisti che vanno come un metronomo a 4:54 e decido di accodarmi. Faccio una fatica accettabile e questo ritmo diventa il mio anche se un filo più veloce del previsto.

Poi intorno al decimo km decidono di accelerare ed io non ne ho per seguirli. Tengo comunque ancora un buon ritmo ma dopo lo spettacolare passaggio sul mare sopra l'altrettanto spettacolare Pontile di Lido di Camaiore (km 12)


inizio a sentire la fatica. Tengo ancora il ritmo ma mi è chiaro che sarà ancora per poco... Infatti perdo presto ancora secondi anche rimango intorno ai 5:10. Non è ancora il crollo, ma è una sensazione di fatica, è la difficoltà ad accodarsi ai vari gruppetti che mi superano, è il segnale che la benzina sta finendo.

Stringo i denti, provo ogni tanto a seguire qualcuno senza successo. Fino all'inizio del km 19 quando davvero il crollo è lì ad aspettarmi. Non ne ho semplicemente più. Mi superano tutti senza ritegno e l'unico pensiero è contare i minuti che mi separano all'arrivo.

Altro che accelerata finale! Qui si va a 5:40 e si sogna che arrivi il prima possibile la finish line. Un piccolo punto di riferimento me lo dà un altro runner scoppiato che continua a fermarsi e ripartire (arriveremo praticamente assieme facendoci forza negli ultimi 500 metri).

Il mio passettino mi porta comunque all'arrivo che con un dignitoso 1:47:42 a 5:07 di media. Con il senno di poi non è comunque male però che fatica a portare a termine questi 21 km!



Il percorso è bellissimo, praticamente tutto in rettilineo. I passaggi sui pontili valgono da soli la corsa. Sentire l'odore del mare, il suono delle onde e guardare il mare sotto i piedi e davanti a te è mozzafiato. Bella corsa.

La maratona di Barcellona mi ha dato il fondo ma ovviamente mi ha tolto velocità. Considerato poi che dopo il 7 marzo ho tirato abbastanza i remi in barca direi che riuscire a correre già quasi a 5 al km una mezza non è poi così malaccio. Se solo avessi avuto una condotta di corsa meno scriteriata ed avessi sofferto meno...

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Mi scappa da ridere

08 aprile 2010
Posted by Daniele


Update 8/4/10

Interessante commento di Aldo Grasso (noto tifoso Toro)


Esistono due etiche diverse?


Com’è noto, sono tifoso del Toro, credo nel destino, ho il dente avvelenato con Roberto Bettega per cui mi è sommamente difficile spezzare una lancia a favore della Juve. La lancia la userei volentieri in altro modo, ma dopo aver letto il pezzo di Mario Sconcerti su Calciopoli mi sono venuti alcuni dubbi. Sostiene Sconcerti che i due designatori arbitrali, Bergamo e Pairetto, avevano il (brutto) vizio di parlare con tutte le società. Tutte? Ne siamo sicuri? Quando saranno rese pubbliche le intercettazioni, sarà possibile ricostruire la mappa di questi irrituali e poco sportivi colloqui.


Commentando la sentenza di condanna nei confronti della Juve (serie B, penalizzazione e perdita di due scudetti), il presidente della Corte federale Piero Sandulli usò parole molto importanti: «Nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudini, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. È stata una condanna etica». L’unico dubbio di illecito sportivo riguardava infatti la partita Lecce-Parma. Condanna etica, appunto. Che in campo sportivo ci sta tutta, perché la giustizia si fonda sul concetto di lealtà sportiva e per comminare una pena basta il cosiddetto «legittimo convincimento». Dalle nuove intercettazioni si evince che la cattiva abitudine di parlare con gli arbitri non era un’esclusiva bianconera. Basta sentire il tono mellifluo, confidenziale, connivente di Paolo Bergamo con Leonardo Meani per rendersi conto che le partite avevano spiacevoli retroscena. La tesi di Luciano Moggi è la stessa dei difensori di Tangentopoli: così facevano tutti e quindi se tutti sono disonesti nessuno è disonesto. Come minimo, alla Juve devono essere restituiti i due scudetti.

La tesi di Sconcerti è che a parlare con i designatori fossero molti presidenti, «che nessuno aveva l’eleganza di tacere e che si andava al galoppo verso un’aria di disonestà diffusa». La Juve, però, avrebbe parlato più di altri cercando di influenzare le partite. Tant’è vero che la dirigenza patteggiò pubblicamente la sua condanna («per osservanza delle regole» ha precisato ieri John Elkann). La mia domanda è: lo scopo delle telefonate degli altri tesserati era diverso? Parlavano di belle donne, di vestiti e di auto? Non so se i presidenti di Atalanta, Siena, Udinese o di qualche altra squadra «minore» avessero l’abitudine di chiamare Bergamo. Se sì, allora dobbiamo prendere atto, con molta preoccupazione, delle diffuse «cattive abitudini». Se no, la condanna etica è indulgente nei confronti di qualcuno e la Juve, perché la giustizia «non abbia due pesi e due misure», fa bene a chiedere «parità di trattamento per tutti».

(tratto da www.corriere.it)

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Mario Biondi a sorpresa

31 marzo 2010
Posted by Daniele

Capita che sei a pranzo e ti dicono che la sera stessa vanno al concerto di Mario Biondi a teatro. Tu rispondi "peccato non averlo saputo, sarei venuto volentieri". E per caso, un giro di telefonate, spunta un biglietto.


Così la sera ti ritrovi immerso fra jazz e blues ad ascoltare una voce incredibile che si unisce a suoni avvolgenti. La serata era già bella... Ma quando poi Mario Biondi attacca a sorpresa una canzone di Renato Zero e dopo poche parole Renato appare sulla scena e canta con lui "Nei giardini che nessuno sa" allora la serata diventa magica...

E così è andata... Buona Pasqua a tutti!

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Ma quanto è di un altro pianeta?

22 marzo 2010
Posted by Daniele


Ecco qua l'ultima prodezza (in una partita in cui ha fatto tripletta - 25 gol finora nella Liga) del miglior giocatore al mondo: Leo Messi!

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Maratona di Barcellona: storia e video

14 marzo 2010


Ed eccomi a raccontare la mia seconda Maratona. La prima però che mi ha visto al via con la consapevolezza di poterla correre e di poter quindi provare cosa vuol dire arrivare correndo fino in fondo.

GENESI:

Prima vorrei fare un piccolo passo indietro, andando al perchè ho deciso di ributtarmi sulla Maratona e come ci sono arrivato.

Novembre e dicembre 2009 erano mesi in cui avevo davvero poca voglia di correre (ho corso 10 volte per un totale di 111 km in due mesi!).

Così, al solito, ho pensato: "datti un obiettivo ambizioso, datti uno stimolo, prova di nuovo una maratona. Così se ti rompi, come sempre accade quando allunghi le distanze, hai la scusa per non correre. Se non ti rompi vai a Barcellona il 7 marzo!".

E così ho iniziato ad aumentare i km dell'uscita del week-end e ad aggiungere 10 km a metà settimana. Praticamente due uscite la settimana.

In pratica attendevo, come sempre in passato, che il ginocchio facesse crac. Ed invece resisteva. Così, quando un giorno ho fatto 35 km rimanendo integro, ho deciso che sarei andato. L'ultimo warm up è stata la mezza di Verona il 21 febbraio e poi la sera stessa via con l'iscrizione online.

In pratica le canoniche 16 settimane di preparazione hanno visto novembre e dicembre con una cinquantina di km ciascuno e gennaio e febbraio con quasi centocinquanta.

Un pazzo: una maratona preparata correndo due volte a settimana. Ma avevo allenato la testa, la testa era prontissima. Avevo sofferto nel completare i lunghi, ma li avevo completati. La testa era a Barcellona, pronta. Le gambe lo avrei saputo presto.

SVOLGIMENTO:



COMMENTO:

E' stato uno splendido viaggio lungo più di 42 km. Come speravo la città ha fatto la magia. Sapevo perfettamente cosa mi attendeva km dopo km. Riuscivo a darmi dei piccoli obiettivi e con quelli mi sono regalato uno splendido sogno.

Il Garmin mi accompagnava come cronometro, praticamente ignoravo i bip dei lap ogni 5 km. Niente cardiofrequenzimetro. Avevo consapevolezza di come stavo andando ed ero in simbiosi con la città e concentrato nel godermi metro dopo metro.

La maratona ti lancia con un entusiasmo contagioso all'inizio, ti affascina e ti ammalia, poi ti mette a dura prova perchè via via perdi la facilità di corsa, perdi il piacere e la gioia dei primi km ed arriva il momento di stringere i denti, di guardarti dentro e trovare le motivazioni, i perchè, le risorse che hai per arrivare all'arrivo.

Ma quando svolti, quando capisci che ciò che volevi è a portata di mano, che ciò per cui sei lì sta per essere raccolto, la maratona ti restituisce tutto ed ancor di più dell'entusiasmo iniziale. Ti fortifica, ti fa volare verso lo striscione e ti emoziona.

Ricordavo l'emozione di New York che voleva dire che, nonostante tutto, io, partito da zero otto mesi prima, all'arrivo c'ero arrivato.

Ricorderò sempre l'emozione di Barcellona, il mio sguardo al cielo a salutare chi da poco non c'è più e a cui purtroppo non potrò raccontare questa nuova piccola pazzia. Ricorderò sempre chi era con me vicino, i saluti più belli lungo il percorso. Ricorderò sempre chi era lontano ma partecipe. E ricorderò sempre i miei pensieri e cosa si prova ad attraversare quella linea.

Scusate, la maratona ti crea anche un discreto ego: sono un grande! :-)

4:12:34

07 marzo 2010

Emozionante entusiasmante inimmaginabile pazzesco imprevedibile indescrivibile.

L'obiettivo era finalmente correre una intera maratona.

Sotto le 4 ore e mezzo sarebbe stato perfetto. Mai avrei pensato di arrivare al traguardo con quel tempo, senza mai smettere anche per un solo passo di correre.

Questa è stata una magia della mia seconda città. E sì, beh, ci ho messo anche un po del mio... :-)


- Posted using BlogPress from my iPhone

Ok, allora... Io andrei...

05 marzo 2010


Pettorale n° 12521

Se qualcuno non ha di meglio da fare, domenica dalle 8:30 QUI i passaggi live

Speriamo bene!

E dopo quasi due anni e mezzo...

25 febbraio 2010

ci riprovo!



Indovina indovinello





Cosa annuncerà Daniele stasera in diretta mondiale?

(prego astenersi quei due o tre che lo sanno) :-)

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Tempone alla Verona Half Marathon

22 febbraio 2010


Ecco qual il tempone: 1:53:18. Della serie come fare oltre 10 minuti sopra il proprio PB ed essere felici e contenti.

Qualcosa bolle in pentola. State sintonizzati…


Fantastico Blogpoint, super i Blogtrotters, encomiabili gli Yogi’s Personal Pacers che, con Yogi stesso, sono stati una piacevole (ed indispensabile nel finale) compagnia in corsa!

L’ingresso nell’Arena con la musica ed il tappeto sotto i piedi è stato da brividi!

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Tranquilli...

15 febbraio 2010

Non preoccupatevi... :-) Non ho smesso...

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C'è qualcosa di meglio?

01 febbraio 2010
Posted by Daniele


Poco dopo il minuto 6 fino al decimo è un qualcosa di divino. E me lo risento per la trecentoquarantatremilionesimavolta.

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Istanbul

28 gennaio 2010
Posted by Daniele



Sono passate più di 3 settimane ma ho ancora chiarissime in mente le istantanee del mio viaggio a Istanbul. Non so bene da dove cominciare, tante sono state le novità, le sensazioni, le percezioni di un luogo crocevia di culture e continenti.

Istanbul è stato un viaggio diverso, è stato lo scoprire nuovi scorci, nuove storie. E' stato un qualcosa meritevole di essere visto.

Ecco qua in ordine sparso alcuni flash che voglio fissare su queste pagine.




Comprare un tappeto al Gran Bazar

Il Gran Bazar è un labirinto di negozi al coperto, dove puoi trovare di tutto e dove puoi contrattare su tutto. In pratica ad Istanbul i prezzi esposti non esistono. Chiedi il prezzo e da lì contratti. Ma la stessa cosa fatta per un tappeto è qualcosa di più.

Il venditore mi ha portato nel suo spazio espositivo. Mi ha messo comodo su un divano. Si è iniziato a parlare del più e del meno e intanto si guardavano tappeti, modelli, spiegazioni. Ad un certo punto hanno portato il thè. E si è continuato a chiacchierare amabilmente ed a trattare sul prezzo. E poi si è trovato l'accordo. Una mezzoretta indimenticabile. Ovviamente penso di aver fatto un affare, quando sicuramente l'avrà fatto anche lui. Ma il ricordo di quella scena è spettacolare!



Il thè

Ad ogni ora, ovunque, in ogni dove i turchi bevono thè. Bevanda nazionale. E quello alla mela è strepitoso. Sopra anche un esemplare di carretto di un venditore ambulante ed un cameriere con il tipico vassoio.



Lustrascarpe

Ci sono ancora i lustrascarpe. Un mestiere scomparso da noi ma lì vivo e vegeto. Non ricordo di averli visti da altre parti. A Barcellona ne resistono, a mò di attrazione turistica, un paio sulla Rambla. Ma a Istanbul sono ovunque.



Pescatori

Uno dei ponti principali di Istanbul (il Ponte di Galata) in pieno centro città è pieno ad ogni ora di pescatori. E' stranissimo, sei in pieno centro, con le macchine che attrraversano il ponte e ci sono loro che pescano ininterrottamente. Puoi poi non mangiarti un panino con un bel pesce caldo in mezzo?



Il tram

Avete presente la strada principale pedonale piena di negozi e persone? Ecco, esiste anche a Istanbul. Ma la cosa simpatica è che in mezzo ci passa il tram. Che fa su e giù per un km e mezzo in mezzo alla folla. Da non credere.



Il gettone

Originalissimo il Jeton che funge da biglietto per il tram e la metropolitana. Mai visto prima.



Il ristorante Sarnic

Mangiare in una vecchia cisterna bizantina illuminata dalle sole candele. E con il sottofondo di violino e pianoforte dal vivo. E con buon cibo. Siamo stati così bene che ci siamo andati due sere di fila. Consigliatissimo.



La preghiera

Normalmente le moschee non sono visitabili durante la preghiera. Ma se ti siedi, non ti muovi e sei rispettoso puoi stare all'interno. Abbiamo visto quindi questo ripetere di versi e questo movimento quasi ritmico ora in piedi ora seduti e rivolti verso la Mecca. Suggestivo.


Le moschee

Ovunque. Enormi. Tutte esteticamente simili ma comunque imponenti. Non puoi non accorgerti di essere in un paese a maggioranza musulmana. Ovunque butti l'occhio le vedi con i loro minareti. E le senti. Per noi è stato incredibile sentire il richiamo alla preghiera dei muezzin 5 volte al giorno. La città viene avvolta per 5 minuti dalla voce degli altoparlanti che chiamano alla preghiera. Non puoi sfuggire, i suoni sono forti e rimbomba ovunque il verbo di Allah. Sentite:

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Sullo schifo di questi giorni

21 gennaio 2010
Posted by Daniele


A chi è che è venuto in mente di riabilitare Craxi?


Ciao Beppe,ti scrivo perche io e i miei amici nei nostri giri in Africa, ci siamo capitati ad Hammamet, e abbiamo visto la tomba dove, come tutti sanno, il famoso Bettino nazionale riposa in pace.


E allora amen, appunto: che bisogno c'è di resuscitarlo? Perchè le istituzioni devono oggi attribuire riconoscimenti pubblici a un latitante condannato in contumacia da un tribunale di quello che voglio ancora credere essere uno Stato libero e democratico?E poi una domanda: a chi è che è venuto in mente di riabilitare questa persona? Cos'è stata, un'onda popolare? Un sentimento condiviso?

Nossignore, non gliene frega niente a nessuno e meno che meno agli italiani, a chi lavora, alle persone comuni che dai governi di quegli anni hanno ricevuto solo una montagna di debito pubblico di cui ancora oggi portiamo le conseguenze.

No, questa riabilitazione è un'idea della classe politica, ansiosa di sdoganare sè stessa attraverso il nome di quell'uomo, e come al solito, totalmente autoreferenziale e distaccata dalla gente comune.Con una via a Craxi o pagliacciate simili, vedrete quante persone riemergeranno da polverosi e oscuri dimenticatoi, rivendicando le proprie amicizie con i ladri e i disonesti dell'epoca, tutti perdonati dal colpo di spugna di un buonismo imperante.

Sembra che in Italia non ci sia nessun altro degno di ricevere un'onorificenza del genere. Solo di una cosa sono certo, che se qualcuno ha ancora un minimo di senso comune e di purezza d'animo, allora quella targa ovunque l'attacchino, durerà poco.

Roberto Parodi , roberto.parodi@sgcib.com


Caro Roberto,il 31 dicembre scorso, nella mia rubrica sul "Corriere", ho assegnato il premio "Anche no" a Letizia Moratti, sindaco di Milano, "per aver deciso di intitolare una via o un giardino a Bettino Craxi. Scusi, ma non è stato condannato in nome del popolo italiano?".

Quindi il mio pensiero è chiaro. Una via o una piazza per Craxi non saranno "una pagliacciata", come tu scrivi tu; ma neppure una buona idea. E' meglio lasciare il personaggio agli storici. Trascinarlo in una lotta politica postuma, come si sta facendo, non è un bel servizio. Né a lui, né a questa povera Italia, dove il passato non passa mai.

Perché tanti insistono, invece, per la riabilitazione, in occasione del decennale? Perché, riabilitando lui, si riabilita un'intera generazione politica: che è tornata ad avere successo, grazie a Berlusconi e a ForzaItalia/PDL, ma sente rimorsi di coscienza. Alcuni per aver partecipato all'assalto alla diligenza, negli anni Ottanta; altri per non averlo impedito.Un breve riassunto nel bel pezzo di Luigi Ferrarella

Alcuni di costoro provano riconoscenza e stima per Craxi? Sì, certamente. Ha lanciato le loro carriere, ed era una mente di prim'ordine, Ricordo di aver preso in mano, nel 1978, un librettino azzurro che si chiamava "L'alternativa dei socialisti". Perfino a me - ventunenne che non era socialista e mai lo sarebbe diventato - sembrava la cosa più moderna che la sinistra avesse prodotto da anni.

Purtroppo, dietro a quelle idee nuove si muoveva il solito magna-magna italiano. E non riguardava - come provano le sentenze e tendono a dimenticare i protagonisti di allora - solo i finanziamenti ai partiti, ma anche tanti arricchimenti personali.Questo sistema, per cui un km della linea 3 della metropolitana milanese costò 192 miliardi contro i 45 di Amburgo, ha pompato il debito pubblico italiano. "Sotto la guida politica di Craxi - e di De Mita, che oggi non a caso ne canta le gesta- è volato dal 60% al 120% del Pil", come ricorda Salvatore Bragantini.

Certo, c'è stata la scala mobile, Sigonella e altre cose. A dimostrazione che il personaggio è complesso, e va lasciato agli storici. Non ai polemisti, agli amici interessati o ai famigliari, ai quali è crudele chiedere obiettività.Io l'ho conosciuto, Craxi: una lunga giornata su e giù dalla sua auto, durante la campagna elettorale del 1992, quando seguivo tutti i leader di partito e cercavo di scriverne un ritratto. Se interessa, vado a ripescarlo. P.S. Le persone non "riemergeranno da polverosi e oscuri dimenticatoi", Roberto. Sono già riemerse.

Beppe Severgnini

Tratto da Italians

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Che tempi... Ve li ricordate?

08 gennaio 2010
Posted by Daniele


Vallo a spiegare, ora. Vallo a dire ad un bambino che ha appena finito di vedere in diretta Manchester- Leeds o Dinamo - Zenit e che ora, mentre i giocatori vengono ripresi alla discesa dal pullman, indugia con lo sguardo sulle inquadrature delle magliette dei giocatori della sua squadra del cuore ripiegate sulle panche degli spogliatoi . Vallo a spiegare ad un bambino che rivede sei volte l'azione di un gol o che spinge un pulsante verde e può godere la meraviglia di tutte le partite in diretta. Proviamoci.

C'era una volta un paese, il tuo, in cui tutto era in bianco e nero. C'era una volta un paese in cui i bambini come te, malati di calcio, aspettavano le sette di sera per vedere una partita in televisione. Che dico, non una partita, un tempo, uno solo. E non sapevano che tempo e che partita degli invisibili potenti avrebbero scelto seguendo imperscrutabili logiche e sofisticati equilibri. Allora, fai uno sforzo gigantesco di immaginazione, i più, come dite voi ora?, "fomentati" vivevano una domenica da reclusi. L'obiettivo era non sapere il risultato degli incontri prima delle sette, per poter vivere in tv l'emozione di quella rifrittura come fosse un pasto appena cucinato. Non si poteva uscire, non si rispondeva al telefono e, soprattutto, si teneva la radio spenta. Perché c'era " Tutto il calcio minuto per minuto".

Provo a spiegarti. Cominciando dal più difficile. Infatti anche quel programma cominciava nel secondo tempo . Si pensava che se gli appassionati fossero stati collegati dal primo minuto non sarebbero più andati allo stadio. Collegati alla radio, non con gli occhi di trentasei telecamere. C'era l'idea che si dovesse proteggere la percezione personale, diretta, fisica delle cose della vita. Non la loro diffusione universale, mediata e attenuata dal racconto e dalla selezione compiuta da registi o giornalisti. E così quegli uomini fortunati che si trovavano- nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto-a lavorare raccontando calcio erano gli occhi di milioni di italiani. Le loro voci erano un pezzo della vita di tutti. Come i loro cognomi: Bortoluzzi, Ameri, Ciotti, Luzzi, Provenzali. Erano dei grandi giornalisti, dei professionisti che sapevano, con le loro parole, raccontarti qualcosa di irraccontabile. Si può descrivere un quadro? Si può far immaginare un tramonto? Loro guardavano le gambe piccole e nervose di Sivori, la falcata potente di Gigi Riva, la tenace e minuta robustezza di Giacomino Losi e traducevano quelle immagini in parole. Lo facevano immediatamente, senza la possibilità di cancellare e riscrivere. Lo facevano senza che le immagini svolgessero la funzione di fornire il tappeto di base delle conoscenze. Dovevano far sapere cosa stava accadendo e dovevano fornire una emozione. La voce era una tavolozza, i toni erano i colori, le parole le pennellate. Vedi, noi, alla tua età, quando non ce la facevamo ad aspettare le sette di sera eravamo appesi a quelle voci. E ascoltavamo le cronache delle partite dai campi che ci interessavano di meno, sperando sempre che un rumore di folla e poi una voce interrompessero chi stava parlando per fornire l'aggiornamento che aspettavamo ." Scusa Ameri" era l'anticamera di una gioia o di una rabbia tremende. I transistor, che cominciarono a diffondersi poco dopo l'inizio della trasmissione, consentivano che si potesse di domenica vedere gente che improvvisamente si abbracciava per strada o si metteva a ballare. Io ricordo di aver osservato una volta un tifoso deluso abbandonare una piccola radio sulle scale di una chiesa e andare via, forse smadonnando.

I radiocronisti erano dei tipi abbastanza eccezionali, un po' reporter e un po' poeti. Dovevano unire il fiuto della notizia con la capacità di darle forma e intensità emotiva. Erano gente veloce, in un tempo lento. Erano dove noi avremmo voluto essere. Erano in missione per conto nostro. Non avevano volti, nonostante fossero popolari come pochi. Per decenni nessuno ha mai visto il viso di Enrico Ameri e solo la Domenica Sportiva ha fatto più tardi conoscere a chi appartenesse quella voce da basso, arrochita da milioni di sigarette " Nazionali", che era la firma di Sandro Ciotti.

Molti di loro cominciarono con mio padre, nella mitica redazione "Radiocronache" che costituiva l'occhio sul mondo degli italiani, prima che arrivassero le telecamere. Era una squadra di persone selezionata su basi esclusivamente professionali. O eri bravo o a casa. Non potevi mandare un imbecille raccomandato a raccontare l'alluvione del Polesine. Quelle voci non erano una su mille. Erano la storia in diretta, erano in permanente esclusiva. I giornali sarebbero usciti il giorno dopo. Una parola sbagliata poteva fare catastrofi. Raccontavano cronaca e sport, eventi tragici e Olimpiadi. Erano un gruppo di ragazzi , neanche trentenni, che avevano una gigantesca responsabilità sulle spalle. Fu, evidentemente, una scuola importante che cementò tra loro un legame e una amicizia profonda. Sergio Zavoli fu scoperto per le cronache delle partite che faceva nella sua Rimini, cronache che non andavano in onda e venivano trasmesse con le amplificazioni sulla piazza. E così altri. Erano gente speciale. Con una grande motivazione. Io li ricordo nelle foto. Una li ritrae attorno al tavolo di mio padre, un gruppo di ragazzi sorridenti. Un'altra li ferma al giro di Francia con addosso delle tute con la scritta, tutta minuscola, rai. A quell'azienda erano legati da un rapporto di sangue. Se posso dire mi sembra di ritrovare qualcosa di simile oggi nei ragazzi che fanno lo sport a Sky. Almeno sembra così e lì, da Caressa a Marianella a Flavio Tranquillo e tanti altri si è affermato uno stile e un linguaggio del tutto nuovo della cronaca televisiva.

"Se la squadra del vostro cuore ha vinto brindate con Stock, se ha perso consolatevi con Stock". Era una delle prime forme di sponsorizzazione, quando ancora le magliette dei giocatori erano immacolate e aveva fatto un gran discutere la decisione del Torino di stampare una ambigua T maiuscola sul petto. La casacca di Valentino Mazzola profanata con la pubblicità del cioccolato Talmone, che volgarità. Per anni gli ascoltatori di " Tutto il calcio minuto per minuto" si sono chiesti cosa dovessero fare con Stock in caso di pareggio, assai diffuso ai tempi del " catenaccio". Dopo un paio di decenni, la nota ditta di liquori, non insensibile al grido di dolore che saliva dal popolo, aggiunse " se ha pareggiato, sempre Stock". Non originalissimo, ma conclusivo.

Insomma, spero di essere riuscito a farti capire che cosa è stato di meraviglioso "Tutto il calcio minuto per minuto" . Mentre parlavo non hai mai staccato gli occhi dalla piattaforma Wii e dallo schermo Led sul quale compare, nel gioco Pes, il volto perfettamente riprodotto di Totti e tu lo puoi muovere e farti le tue squadre, le tue partite, i tuoi tornei. Che poi vedi in televisione.

Mi guardi strano. Hai ragione tu . Però fammi vendicare in silenzio dei privilegi della tua stagione satolla. Credimi, non puoi immaginare che cosa era l'emozione, abituati ai bianco e nero delle diciannove e alle voci concitate di quei grandi giornalisti, quando si usciva, come in un film di Woody Allen, dal bianco e nero. Se tu mi guardassi, invece di muovere il joystick per far segnare Drogba, vedresti degli occhi lucidi. Sto pensando ad un momento, uno preciso. Quando da bambino andavo allo stadio e salivo gli ultimi gradini prima di affacciarmi alla visione del verde meraviglioso del campo e dell'arcobaleno infinito degli spalti. Quella era la vita a colori e , credimi, non aveva nulla da invidiare al tuo prato elettronico. Ti invidio, ma con nostalgia.

Walter Veltroni (da
Repubblica.it)

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