Cronaca di un crollo annunciato

18 aprile 2010
Posted by Daniele


La botta di entusiasmo e di positività che mi hanno regalato i 20 km da imbucato fatti con Mathias domenica scorsa durante la Maratona di Milano mi avevano dato la spinta per iscrivermi a sorpresa alla Maratonina dei Tre Pontili, spettacolare 21 km lungomare con partenza ed arrivo a Forte dei Marmi.

E stamani quindi con il mio bel pettorale ero lì, a pochi km da dove sono nato e cresciuto, per godermi una bella corsa a due passi dal mare.

Con Mathias ne erano usciti 20 km sotto i 5 di media (con gli ultimi km anche in accelerazione). Ci chiedevamo se il Garmin in mezzo ai palazzi non ci avesse regalato un po' di velocità. Io ero abbastanza sorpreso per come ero andato bene (dopotutto non facevo 20 km sotto i 5 dal 18 ottobre 2009).

Comunque stamani incurante dei dubbi avevo deciso di partire forte tentando di ripetere e migliorare la prestazione di 7 giorni fa.

Pronti, via - dopo un toccante minuto di raccoglimento per le vittime della frana sul treno nel Meranese - e mi ritrovo a ridosso dei palloncini dell'ora e quaranta. Peccato che invece di mollarli subito sto con loro per quasi 3 km. Poi un colpo di lucidità mi dice che il suicidio non è ancora contemplato.

Dopo un paio di km trovo un bel gruppetto di allegri podisti che vanno come un metronomo a 4:54 e decido di accodarmi. Faccio una fatica accettabile e questo ritmo diventa il mio anche se un filo più veloce del previsto.

Poi intorno al decimo km decidono di accelerare ed io non ne ho per seguirli. Tengo comunque ancora un buon ritmo ma dopo lo spettacolare passaggio sul mare sopra l'altrettanto spettacolare Pontile di Lido di Camaiore (km 12)


inizio a sentire la fatica. Tengo ancora il ritmo ma mi è chiaro che sarà ancora per poco... Infatti perdo presto ancora secondi anche rimango intorno ai 5:10. Non è ancora il crollo, ma è una sensazione di fatica, è la difficoltà ad accodarsi ai vari gruppetti che mi superano, è il segnale che la benzina sta finendo.

Stringo i denti, provo ogni tanto a seguire qualcuno senza successo. Fino all'inizio del km 19 quando davvero il crollo è lì ad aspettarmi. Non ne ho semplicemente più. Mi superano tutti senza ritegno e l'unico pensiero è contare i minuti che mi separano all'arrivo.

Altro che accelerata finale! Qui si va a 5:40 e si sogna che arrivi il prima possibile la finish line. Un piccolo punto di riferimento me lo dà un altro runner scoppiato che continua a fermarsi e ripartire (arriveremo praticamente assieme facendoci forza negli ultimi 500 metri).

Il mio passettino mi porta comunque all'arrivo che con un dignitoso 1:47:42 a 5:07 di media. Con il senno di poi non è comunque male però che fatica a portare a termine questi 21 km!



Il percorso è bellissimo, praticamente tutto in rettilineo. I passaggi sui pontili valgono da soli la corsa. Sentire l'odore del mare, il suono delle onde e guardare il mare sotto i piedi e davanti a te è mozzafiato. Bella corsa.

La maratona di Barcellona mi ha dato il fondo ma ovviamente mi ha tolto velocità. Considerato poi che dopo il 7 marzo ho tirato abbastanza i remi in barca direi che riuscire a correre già quasi a 5 al km una mezza non è poi così malaccio. Se solo avessi avuto una condotta di corsa meno scriteriata ed avessi sofferto meno...

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Mi scappa da ridere

08 aprile 2010
Posted by Daniele


Update 8/4/10

Interessante commento di Aldo Grasso (noto tifoso Toro)


Esistono due etiche diverse?


Com’è noto, sono tifoso del Toro, credo nel destino, ho il dente avvelenato con Roberto Bettega per cui mi è sommamente difficile spezzare una lancia a favore della Juve. La lancia la userei volentieri in altro modo, ma dopo aver letto il pezzo di Mario Sconcerti su Calciopoli mi sono venuti alcuni dubbi. Sostiene Sconcerti che i due designatori arbitrali, Bergamo e Pairetto, avevano il (brutto) vizio di parlare con tutte le società. Tutte? Ne siamo sicuri? Quando saranno rese pubbliche le intercettazioni, sarà possibile ricostruire la mappa di questi irrituali e poco sportivi colloqui.


Commentando la sentenza di condanna nei confronti della Juve (serie B, penalizzazione e perdita di due scudetti), il presidente della Corte federale Piero Sandulli usò parole molto importanti: «Nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudini, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. È stata una condanna etica». L’unico dubbio di illecito sportivo riguardava infatti la partita Lecce-Parma. Condanna etica, appunto. Che in campo sportivo ci sta tutta, perché la giustizia si fonda sul concetto di lealtà sportiva e per comminare una pena basta il cosiddetto «legittimo convincimento». Dalle nuove intercettazioni si evince che la cattiva abitudine di parlare con gli arbitri non era un’esclusiva bianconera. Basta sentire il tono mellifluo, confidenziale, connivente di Paolo Bergamo con Leonardo Meani per rendersi conto che le partite avevano spiacevoli retroscena. La tesi di Luciano Moggi è la stessa dei difensori di Tangentopoli: così facevano tutti e quindi se tutti sono disonesti nessuno è disonesto. Come minimo, alla Juve devono essere restituiti i due scudetti.

La tesi di Sconcerti è che a parlare con i designatori fossero molti presidenti, «che nessuno aveva l’eleganza di tacere e che si andava al galoppo verso un’aria di disonestà diffusa». La Juve, però, avrebbe parlato più di altri cercando di influenzare le partite. Tant’è vero che la dirigenza patteggiò pubblicamente la sua condanna («per osservanza delle regole» ha precisato ieri John Elkann). La mia domanda è: lo scopo delle telefonate degli altri tesserati era diverso? Parlavano di belle donne, di vestiti e di auto? Non so se i presidenti di Atalanta, Siena, Udinese o di qualche altra squadra «minore» avessero l’abitudine di chiamare Bergamo. Se sì, allora dobbiamo prendere atto, con molta preoccupazione, delle diffuse «cattive abitudini». Se no, la condanna etica è indulgente nei confronti di qualcuno e la Juve, perché la giustizia «non abbia due pesi e due misure», fa bene a chiedere «parità di trattamento per tutti».

(tratto da www.corriere.it)

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